1 gennaio 2013

Giorno 02 Capodanno OLE' OLE'

Sono arrivato a Shanghai questa domenica carico come una molla sopratutto perchè passerò qui almeno un anno...

Ieri notte (per chi non era ad un passo dalla morte come me) era il momento di gettare via l'anno vecchio e dare il benvenuto all'anno nuovo.
Chiunque mi stia leggendo si starà aspettando a questo punto un resoconto di feste e tradizioni in tipico stile Shanganese. Beh, se volete avere questo tipo di informazioni vi consiglio di andare a leggere gli articoli di qualcuno che ieri sera fosse sufficientemente ye ye per poter uscire a festeggiare!
Io ho passato il mio capodanno a letto con una di quelle influenze/raffreddori che ti aggiungono sulle spalle 49 anni e che ti fanno venir voglia di puntarti un asciugacapelli in faccia fino a quando tutto quello che hai nelle vie aeree non si è sciolto (vecchio rimedio di mia nonna che non ha -per ora- conferme mediche).
Questo preambolo era necessario per spiegarmi in che condizioni alle ore 21.00 ho deciso di avventurarmi fuori dalla mia stanza d'albergo in cerca di medicine e cibo.
"Balto dove sei quando ho bisogno di te?!"

Stop numero 1-Mi sono diretto con decisione al banco della reception, chiedendo se per caso avessero un analgesico e un termometro, sicuro che non avrei dovuto varcare la porta d'ingresso della hall e che sarei tornato nella mia stanza a breve.
Dopo circa 30 secondi di silenzio ed esitazione la receptionist (la quale non sono ancora sicuro avesse capito cosa le stavo chiedendo) mi dice che non hanno ne il termometro ne l'analgesico.
Le chiedo quindi se sa indicarmi la farmacia aperta più vicina. Questa volta senza esitazione mi indica il banco di servizio a fianco alla porta d'ingresso.

Stop numero 2-Certo e forte del fatto che la receptionist mi avesse indicato il ragazzo al banco perché è quello che tra i due parla meglio inglese, mi presento davanti a lui con gli occhi pieni di speranza ed influenza chiedendogli dove si trovasse la farmacia.
30 secondi.
Mi porge un foglio e un penna, facendomi intendere che non ha capito una ceppa di quello che gli ho chiesto e che se glielo scrivo forse c'è qualche possibilità che lui possa capire.
Dopo aver guardato quello che ho scritto e usato un traduttore online, mi spiega in una lingua incomprensibile (che chiameremo inglese supposto) dove dovrebbe trovarsi la farmacia.

Uscito dalla porta, preso dalla sfiducia e dalla disperazione, decido di seguire le luci di un centro commerciale nella direzione che il suddetto ragazzo mi aveva più o meno indicato, ripetendomi che se ci sono luci c'è vita e dove c'è vita deve per forza esserci una farmacia aperta fino a tardi.
Dopo 15 minuti di camminata che non mi ha portato praticamente a nulla la fame passa al primo posto rispetto all'influenza, così decido di fermarmi nel primo fast food aperto.

Stop numero 3-Entro nel fast food dove scopro che solo una cassa su 7 è aperta. Aspetto diligentemente il mio turno e chiedo un hamburger di pollo. Probabilmente devo aver percepito istintivamente l'esitazione della cassiera, perché pochi istanti dopo senza che lei dicesse nulla le dico "menu numero 4"(come scritto sul cartellone).
Lei mi sorride quasi come se mi stesse ringraziando per aver capito, ma io stavo già entrando nella fase "ho prodotto troppo muco e adesso il mondo mi sembra solo una tromba stonata suonata senza fiato" e devo averle fatto una smorfia dal significato non beh identificato, perchè la sua risposta è stato un bel punto di domanda stampato in faccia.
Raccolgo il mio vassoio e mi dirigo al tavolo per scoprire che il mio hamburger di pollo si era trasformato nel tragitto (magicamente) in un hamburger di manzo doppio strato.

Decido di mangiarlo ugualmente anche perché non ho la forza di alzarmi.
Probabilmente ero ridotto particolarmente male, o forse respiravo rumorosamente, o il fatto che il mio rintontimento non mi consentisse di mangiare ad una velocità normale, oppure l'insieme di queste tre cose dovevano aver attirato l'attenzione, perchè potevo percepire il compatimento che le persone vicino a me mi lanciavano dagl'occhi.

Stop numero 4-Dopo aver mangiato e girato altri 10 minuti cercando una farmacia (perché dentro di me ero sicuro che in una città di 18.000.000 di abitanti le farmacie fossero per la maggior parte aperte a qualsiasi ora) decido che forse è il momento di tornare in albergo.
Arrivato davanti alla porta della hall qualcosa mi spinge (sicuramente il dio Sfiga) a proseguire oltre ed a scoprire che la farmacia era nel palazzo accanto al mio albergo, nella direzione opposta a quella che io avevo preso seguendo le indicazioni del ragazzo al banco di servizio.
Orario di apertura 8.00-22.00.
Erano le 22.15.
Volevo piangere e uccidere.

L'unica cosa che potevo fare a quel punto era andare nel primo convenient store e prendere qualcosa di così piccante che fosse in grado di sturarmi per il tempo sufficiente ad addormentarmi.
Ho comprato una noodles cup e un saccheto di arachidi (che in quel momento non so perchè ma mi davano un senso di protezione materno).
Mi sono diretto con aria sconfitta nella mia camera e dopo aver mangiato mi sono infilato a letto dicendomi "buon inizio Matteo, buon inizio".



1 commento:

  1. ma...non esistono app per trovare le farmacie aperte?
    Hai chiesto informazioni old stile solo perché neanche la malattia può smarrire il tuo romanticismo?

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