8 gennaio 2013

Il mio eroe noioso


Per chi come me in cinese sa dire soltanto "ciao" e "grazie" prendere un taxi potrebbe essere un'impresa non semplice, visto che i tassisti non parlano inglese ed è quasi impossibile che possano leggere i caratteri latini. Fortunatamente con un po' di svegliezza mentale (della quale abbondo, quasi come se ne avessi piantato un albero in giardino -si proprio affianco a quello delle banconote da 500 euro-) l'impresa non risulta così ardua. Il segreto è stamparsi sempre l'indirizzo di partenza e di arrivo (in cinese), oppure fare uno screenshot dello schermo del telefono quando si ha accesso ad una wi-fi e si può navigare in internet, o scaricare e utilizzare una delle tante app che ti possono aiutare nella ricerca di indirizzi qui in Cina (ce ne sono diverse a seconda della città in cui ci si trova). Come ultima risorsa e solo in casi di emergenza si può inoltre chiedere aiuto ai locali, correndo però il rischio di non trovare nell'immediato qualcuno in grado di essere d'aiuto, rischiando così di perdere ore per trovare qualcuno il cui livello di inglese sia sufficientemente buono per capire di cosa si ha bisogno e dove si deve andare.

In tutti i miei i viaggi in Cina le mie avventure sui taxi sono state tantissime e ad alto contenuto adrenalinico. I cinesi sorpassano ovunque e fanno manovre che sono ben al di là dell'azzardo, gli piace accelerare il più possibile per poi inchiodare all'ultimo (credo che in certo qual modo adorino il rischio del tamponamento a catena, suppongo che sia perché gli piace fare amicizia), improvvise fermate al alto della strada per sputare, finestrini completamente aperti anche a dicembre, rumori non ben identificati provenire dal cofano, il tassista che scrive messaggi e/o fa telefonate in qualsiasi momento (e ci tengono a farlo ad alta voce) oppure può capitare di assistere a litigare (per un qualsiasi motivo) tra il tassista e i passanti o altri automobilisti vedendo quindi volare dei magnifici "chinese style vaffanculo". La cosa più inusuale che per fortuna non è capitata a me, ma che mi è stata raccontata da un'amica è che ad un certo punto della corsa il tassista può fermarsi con estrema gentilezza e accortezza per il cliente a "cambiare l'acqua al pesce", ma non bisogna pensare nemmeno per un attimo che lui possa fermarsi e andare in un bar o in un pubblico esercizio a farlo, può succedere quindi di avere la straordinaria possibilità di vedere il tassista fermarsi improvvisamente al lato della strada (cosicché tu possa iniziare a pensare che quelli saranno gli ultimi attimi della tua vita), sfoderare il fagiolino e farla li dove si trova.

Ogni volta che si sale su taxi in Cina si deve quindi essere preparati a tutto ed essere pronti ad affrontare lo scoglio culturale-linguistico.
Questo è lo spirito con il quale ogni volta apro lo sportello di quelle macchine da "Fear Factor".
La bellezza di questo paese è che però ogni tanto è capace di stupirti, forse perché ci si abitua al fatto che tutto sia sempre nello stesso modo e che ci si possa solo adattare, così quando succede qualcosa di carino sembra immediatamente straordinario.
Tre giorni fa ho preso un taxi per raggiungere un amico per cena, salendo ho detto il mio solito "nihao" e il mio cuore si è improvvisamente fermato per poi ripartire battendo all'impazzata quando il tassista mi ha risposto con un cordialissimo "hello" seguito da una precisazione che giungeva con la fierezza con la quale un re entra in una stanza "I speak english". Per un attimo mi è sembrato fosse di nuovo natale, e il mio livello di felicità era quello di un bambino che sta per aprire il regalo più grosso e per la prima volta dopo tanto tempo ho potuto -finalmente- spiegare a voce ad un tassista cinese dove dovevo andare. Mi sembrava di vivere in una favola e la città era diventata improvvisamente calda e scintillante, mi sentivo come una cenerentola che dopo tutte le difficoltà di una vita fatta di stenti stava andando al ballo vestita da strafiga.
Tutto sarebbe stato perfetto e poteva essere potenzialmente il viaggio migliore che io avessi mai fatto su un taxi cinese, se non fosse stato per un piccolo particolare: lui voleva fare conversazione ed io sono uno snob, quindi quando uno sconosciuto mi parla per più di 7 secondi comincio ad alzare gli occhi al cielo chiedendomi "ma cosa vuole questo da me?". 
Dopo un botta e risposta sulle condizioni climatiche di Shanghai in inverno (quei discorsi da vecchi che preferisco 1000 volte alle elucubrazioni politiche da bar che cercando di propinarti gli autisti italiani), il tassista (che era diventato il mio eroe noioso) decide finalmente di chiedermi da dove vengo e seguendo il filone delle mie risposte sintetiche (yes, no, yes it's cold here) rispondo con un semplice "Italy" che all'estero è sempre come pigiare il bottone "via senza ritorno" poiché da inizio a tutta una serie di movimenti facciali con l'intento di riuscire a pronunciare delle parole in italiano (sempre le stesse 5/6 spaghetti, Milano, Berlusconi e/o mafia, pizza e calcio) che ogni santa volta ti vengono buttate addosso con un sorriso fiero stampato in faccia (cosa c'avrete da sorridere tutti quanti io non l'ho ancora capito). Sarebbe stato bellissimo se il mio "eroe noioso"  si fosse limitato a quello, ma siccome era particolarmente preparato sull'argomento (come suggerisce un amico "doveva essere un docente universitario") ha pensato bene di iniziare a cantare cogliendomi del tutto impreparato a quello che stavo per sentire: Libiamo Ne' Lieti Calici (La Traviata di Giuseppe Verdi). "Cantare" il suo era più un masticare la cicca mentre si cerca di riprodurre il verso di uno gnu in amore seguendo una melodia e la mia risposta è stata un sorriso tiratissimo seguito da un "bravo!". La fortuna ha voluto che dopo pochi secondi fossimo arrivati a destinazione perché in questi casi dalla Traviata a Tiziano Ferro ci si può arrivare in un attimo.

Nonostante il mio essere così riluttante nei confronti delle interazioni con il resto del genere umano, devo ammettere che questo episodio rientra nella top ten delle cose che sono state capaci di stupirmi in senso positivo, non credo rivedrò mai più il mio "eroe noioso", ma una parte di me gli vorrà sempre bene, perché se pur maldestro il suo è stato un modo per far felici entrambi.
Una delle tante lezioni che ti da questo paese (e che in un certo qual modo ti costringe a volergli bene) è che non importa quanto le cose siano sporche, brutte o difficili, troverai sempre un motivo per cui valga la pena stamparti un sorriso sulla faccia e anche se dura solo 7 secondi... beh sarà comunque stata una bella sveltina!

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